VLAD TEPES: LA LEGGENDARIA VITA DI DRACULA

VLAD TEPES: LA LEGGENDARIA VITA DI DRACULA

L’antologia di Dracula

“Da qualche parte, sbucando dall’ombra, mi è sembrato di veder apparire i lineamenti del malefico viso del Conte, il naso affilato, gli occhi iniettati di sangue, le labbra rosse, l’orribile pallore.”
-Bram Stoker-

Dall’uscita di “Dracula” di Bram Stoker alla fine del 1800, libro da cui è tratta questa frase, la figura del sanguinario conte è diventata l’immagine del vampiro per eccellenza. Ma secoli prima che la storia del mostro succhia-sangue venisse raccontata è esistito realmente un uomo che si distinse per crudeltà e depravazione. Capace di far impallidire (più del solito) con le sue atrocità, persino l’immagine del classico, immortale vampiro dai canini appuntiti.

Codesto terribile figuro fu Vlad III di Valacchia, detto “Tepes” e cioè “Impalatore”, regnante rumeno della seconda metà del 1400, famoso per essersi validamente opposto all’invasione turco-ottomana proveniente dall’est europeo.
Qualche mese fa, mi è stata commissionata dalla Ailus Editrice la cover per una antologia di racconti scritti da autori diversi, tutti incentrati sul personaggio misterioso e cruento di Vlad Tepes.

Sono stato subito attratto dal progetto ed entusiasmato dalla possibilità di poter dare la mia interpretazione di questo personaggio. Una buona documentazione storica era d’obbligo ( il primo passo di un lavoro davvero molto interessante), e, nell’addentrarmi nella ricerca, sono venuto a conoscenza di alcune raccapriccianti ed ingegnose metodologie di tortura ed impalamento… il tipo ne inventava davvero una più del diavolo!

L’ argomento del libro non riguardava “Vlad il vampiro”, ma Vlad il terribile impalatore, quindi, nel rappresentalo, risultavano inappropriati i canini appuntiti; invece è stata bene accolta dai committenti l’ idea che lo raffigurasse oscuro ed in preda ad una sanguinaria follia.

Così, dopo aver prodotto numerosi bozzetti che lo ritraevano in varie pose sul campo di battaglia, è stato apprezzato, in uno di questi sketch, il tono horror dato dalle due teste impalate, purché a questo fosse abbinato un Vlad che esprimesse il peggio di sé, con un’ espressione furiosa, impregnata di sete di sangue.

Vlad Tepes Dracula

Vlad Tepes Dracula

 

Il rosso come colore drammatico doveva dominare nell’intera illustrazione.
Dopo l’approvazione degli sketch sono passato alle foto di riferimento e, successivamente, al disegno preliminare. Ho scelto di rappresentare “non proprio fresche” le teste impalate in primo piano, con un focus maggiore sul teschio, che appare per intero proprio a rafforzare il concetto di “Morte” intesa come annientamento della “Vita”.
Il pomo della spada a forma di testa di drago è invece una citazione che rimanda all’Ordine del Drago, di cui sembra che il padre di Vlad III, cioè Vlad II, facesse parte.

Vlad Tepes Dracula

Arrivato praticamente alla conclusione dell’illustrazione, ho rilevato che l’eccessiva presenza di colori caldi rendeva il tutto troppo tono-su-tono e, paradossalmente, senza vivacità. Così ho apportato delle modifiche inserendo del verde sulle teste impalate, sempre cercando di essere coerente con la logica delle luci, e striando di azzurro il cielo.

Il risultato finale è, a mio avviso, quello di un terribile Vlad Tepes, il quale, nonostante sia circondato da morte e sofferenza, non è ancora sazio di mostruose atrocità, e si avventa con occhi ferini e spada tratta verso i malcapitati!

Siete curiosi di conoscere, tra storia e leggenda, le gesta di Vlad L’Impalatore?

Vlad Tepes: La leggendaria vita di Dracula”. L’antologia, ideata e curata da Alessandro Lascy ed edita da Ailus Editrice di Alessia Mainardi, raccoglie un nutrito numero di racconti e di saggi. Gli autori sono conosciuti nomi del fantasy italiano e vi segnalo, all’interno della pubblicazione, le belle immagini in bianco e nero degli illustratori Siriana Crastolla e Gino Andrea Carosini.

Antologia Vlad Tepes

A partire dal 20 Novembre il libro sarà disponibile su Alius Editrice
Un saluto e alla prossima!

 

Andrea Piparo a LUCCA COMICS & GAMES

Andrea Piparo a LUCCA COMICS & GAMES

Lucca Comics & Games 2017!

 

Tornerò anche io a questo importante evento!
Infatti potrete trovarmi il 4 e il 5 Novembre insieme alla Ailus Editrice e a CagliostroEPress presso lo “Spazio Cagliostro” in Piazzetta Dell’Arancio 25, zona Via Fillungo, poco distante dalla Torre delle Ore.
Sarò come sempre a vostra disposizione ed eseguirò sessioni di disegno dal vivo.
Lo spazio non si trova all’interno di alcuno stand, quindi non sarà necessario fare il biglietto per venirci a trovare!
Ergo non avete scusanti!
Vi aspetto numerosissimi! 


 Dove trovarmi a Lucca Comics & Games

Mappa Lucca comics & Games 2017


STORIE DI FANTASMI

STORIE DI FANTASMI

A braccetto con il fantasma: cronache di una spettrale illustrazione…

Immaginate di stare seduti con i vostri amici attorno ad un falò. E’ notte. Poche nuvole scure vagano nel cielo colmo di stelle luminose. La luna è una falce d’argento che vi sorride nel buio.
Quale momento migliore per iniziare a raccontare una storia di fantasmi?
Io sono attratto da queste tematiche, sin da quando leggevo “Piccoli brividi”…

Qualche giorno fa, vagavo in internet alla ricerca di una conclusione per una mia idea. Avevo in mente la location per una nuova illustrazione, ma mancava il personaggio principale. Volevo rappresentare una vecchia prigione abbandonata: sacchi, catene, sbarre, ratti e i resti dei prigionieri lì rinchiusi, il tutto dimenticato da tempo. Volevo dipingerlo in acrilico poiché era da un po’ che non prendevo in mano i pennelli e ne sentivo la necessità. E volevo utilizzare una scala cromatica di grigi, perché intendevo creare quell’alone di mistero che solo il bianco e nero può dare.

Nonostante le buone intenzioni non sapevo ancora chi far muovere tra quelle mura. Avevo fretta di iniziare, avevo voglia di dipingere. Volevo tralasciare la struttura per arrivare al risultato. Qualche volta capita di sedersi al tavolo di lavoro con un’incontenibile voglia di fare, senza riuscire ad avere la pazienza di studiare tutti i passaggi intermedi. Semplicemente, nella mia testa l’idea era chiara quel tanto che bastava perché la volessi vedere presto concretizzata sul foglio. Così ho iniziato abbozzando a matita gli elementi in primo piano, consapevole di addentrarmi in terreni instabili perché un’illustrazione senza un minimo di progettazione spesso diventa difficile da gestire man mano che si va avanti.

Dipingendo, arricchendo il tutto di particolari in cui perdere l’occhio (perché amo moltissimo le illustrazioni piene di dettagli…) fatalmente è arrivato il punto in cui non era più possibile procedere alla cieca, o mi sarei impantanato in un ripetersi di “fai e correggi“ in cui nulla è certo, se non che ne uscirà un pastrocchio terribile. Senza contare che si rischia di perdere la freschezza e l’ordine iniziale.

Solo allora non ho potuto più eludere la domanda: c’è un grosso buco bianco al centro dell’immagine…che ci metto? Dopo aver vagliato varie opzioni ho scelto uno spettro. Un’entità eterea che si aggira senza pace alla ricerca della chiave che la libererà dalle sue catene. Un eterno prigioniero che, servendosi di una lanterna, fluttua nel buio di opprimenti corridoi.

Disegno teschio

 

 

Gli spettri nel Fantasy, insieme a praticamente tutti i tipi di non-morti, mi affascinano molto, e, nonostante non ne abbia mai dipinto uno prima d’ora, ho sempre pensato potesse essere stimolante provare a renderne l’immaterialità. Giocando con gli azzurri e i verdi luminosi nel caso che la rappresentazione fosse a colori, o altrimenti graduando i bianchi in scala di grigi.

Disegno Teschio

 

Sono contento della scelta di questo soggetto. Mi sono divertito infatti a “dipingerlo senza dipingerlo”, ad estrarlo dal fondo usando il bianco del foglio e qualche piccolo ritocco con l’acrilico per conferirgli una forma luminescente. Ho cercato di fare in modo che lo sguardo cadesse in primis su di lui, e successivamente su tutti i particolari che mi sono impegnato a rappresentare per rendere più interessante l’illustrazione.

Disegno spettro

Spero di essere riuscito nell’intento! E di aver dato a voi osservatori la sensazione di essere lì, dietro l’angolo, a guardare lo spettro avvicinarsi senza emettere un suono… sperando di non essere visti!

BUH!

Un saluto e a presto con il prossimo articolo!

Andrea Piparo

CONFRONTARSI CON L’IGNOTO

CONFRONTARSI CON L’IGNOTO

Immaginazione,ignoto e paura!

“C’è una quinta dimensione oltre a quelle che l’uomo già conosce. È senza limiti come l’infinito. È senza tempo come l’eternità. È la regione intermedia tra la luce e l’oscurità, tra la scienza e la superstizione, tra l’oscuro baratro dell’ignoto e le vette luminose del sapere. È la regione dell’immaginazione, una regione che si trova ai confini della realtà.”

E’ proprio per parlare di “ignoto”, e anche di “Immaginazione”, che apro l’articolo di questa settimana con l’iconica frase dell’intro di “Ai confini della realtà” , celeberrima serie tv sul paranormale degli anni sessanta.
Chissà a quanti di voi sarà capitato di perdersi nel labirinto della fantasia, magari seduti in treno ascoltando la musica, o sdraiati sul letto, quella sera in qui proprio non riuscite a prendere sonno.

Ovviamente io sono un estimatore di queste situazioni e molto spesso vado a passeggiare senza una meta specifica al solo scopo di perdermi nei miei pensieri.
Proprio durante una di queste uscite, alzando gli occhi al cielo verso il crepuscolo, ho ammirato quell’azzurro così intenso e ho riflettuto su quanto effettivamente non siamo altro che un granello di sabbia nell’universo e su come ci sentiamo di fronte all’immenso, oscuro, vuoto spaziale, che guardiamo con timore e reverenza. Siamo tutti viaggiatori solitari,affascinati dalla creazione, attratti e spaventati dall’ignoto.

Da qui la domanda: e’ possibile disegnare o dipingere l’ignoto?
La mia risposta? Ni…

Perché rimanga tale e per fare in modo che mantenga la sua natura, non è possibile dare forma all’ignoto, ma lasciare all’osservatore la curiosità di cosa potrebbe esserci nell’indescrivibile…
Quindi ecco la sfida: rappresentare il nulla. Questo mi fa pensare ad una illustrazione di Dragan Bilbin: “Vampires and witches” vista per la prima volta in una delle edizioni di Spectrum: The best in contemporary fantastic arts: il cane raffigurato è all’erta , ha visto o sentito qualcosa nell’oscurità, oltre la porta semi aperta, ma né lui né noi sappiamo chi o cosa ha attratto la sua attenzione… Non pensate anche voi che sia inquietante?

Certamente se vogliamo dare un indizio, possiamo far intravedere di cosa si tratta (lasciando comunque all’immaginazione quanto sorprendente potrebbe esserci nel nulla); bisogna comunque stare attenti a mantenere l’equilibrio. Troppa indulgenza nella rappresentazione e non riusciremo a “raccontare” la paura dell’ignoto.
Personalmente sono affascinato da queste tematiche, che mettono lo spettatore nella condizione di passare attraverso vari stati d’animo, dalla curiosità all’ansia, con tutte le sfumature intermedie.

Però la teoria è una cosa e la pratica è un’altra: così continuo a studiare e ad osservare i lavori dei maestri dell’Horror, producendo quantità industriali di schizzi e bozzetti sul tema, nel tentativo di tradurre in immagini quanto scritto sopra. Ecco quindi una mummia che fa capolino dal buio di un sarcofago, una lama di luce che definisce un’orbita vuota…

A mio giudizio non sono ancora pienamente riuscito nell’intento. Cerco di utilizzare con parsimonia il “potere” del colore, poiché sono convinto che grandi masse di nero non siano la regola per raccontare un Horror convincente, ma l’uso consapevole delle ombre invece lo sia. Quindi non demordo e, sperimenta oggi sperimenta domani, spero di poter sottoporre presto al vostro giudizio l’esito delle mie “fatiche”.
Con quest’ultima raccapricciante minaccia mi commiato, rinnovando l’appuntamento alla prossima settimana. Augurandomi che anche questo articolo sia stato di vostro gradimento vi saluto e… attenti al buio!

Andrea Piparo

 

OTTOBRE: IL MESE DEL TERRORE!

OTTOBRE: IL MESE DEL TERRORE!

Il tanto atteso mese dedicato al mondo del Terrore è finalmente arrivato! Proprio in questi giorni molti gruppi, composti da appassionati di tutto il pianeta, si divertono ad interpretare disegnando, inchiostrando o illustrando i più svariati personaggi di questo apprezzatissimo “mondo parallelo”.

Per quanto riguarda il lato artistico anche io vi sono molto legato, addirittura dall’infanzia.
Infatti, ogni anno di questi tempi, non manco di rendere omaggio alla festività di Halloween con almeno uno schizzo a tema. Ma non questa volta…

Come dimostrano i disegni dei giorni scorsi quest’anno mi ci tuffo con tutte le scarpe!

Ho preparato schizzi, disegni ed illustrazioni a tema, con cui riempirò queste giornate autunnali fino al 31, tutti lavori che ho avuto il piacere di realizzare per passione o prodotti su commissione. Aspettatevi scheletri, zombie, vampiri, mummie, ghoul, spettri, e chi più ne ha più ne metta!

Rappresentare l’Horror, per me, non è solo disegnare uno scheletro minaccioso o uno zombie barcollante; sono dell’opinione che non basta semplicemente “rappresentare” un soggetto che appartiene ad un genere così specifico per infondergli un po’ di “anima”… In parole povere: se un disegno horror non è in qualche modo “disturbante” o “inquietante” che disegno horror è?

Non è facile rispondere a questa domanda, bisogna indagare nella nostra natura, nelle nostre insicurezze, affrontarle e chiedersi: cosa ci terrorizza? Cosa ci disturba? Quindi cercare di dare una risposta sul foglio.

Ecco perché adoro lo stile di Bernie Wrightson, purtroppo recentemente scomparso. Se conoscete i suoi stupendi lavori sul mostro di Frankenstein (ne ha fatti anche molti altri! ), la sua magistrale abilità con il bianco e nero e l’inconfondibile capacità di instillare il dramma e l’inquietudine, scena per scena, allora sapete di cosa parlo.

Per i miei disegni ho cercato di studiarlo e di capire cosa suscitasse in me quelle determinate emozioni. Mi affascina e coinvolge il contrasto del b/n, i due opposti che escludono ogni colore e quindi ogni riferimento visivo, esprimendo così l’essenza di un’immagine. Mi conquista ogni volta il gioco della luce, che ci rivela senza esito l’orrore, quando tutto intorno è buio e impenetrabilmente nero. E che dire di quelle ombre, così ben calibrate nelle loro infinite tonalità da nascondere il mostro, se non si è abbastanza attenti per “scovarlo”? Bellissimo!

Un altro artista- riferimento è David Palumbo. Osservando le opere nel suo sito ne ho apprezzato subito il taglio particolare e cinematografico, il loro mostrare solo quel poco che ti rivela tutto il resto. La tavolozza è attentamente ridotta all’essenziale, con giusto quei due/tre colori necessari per evocare i giusti stati d’animo…
Altro bellissimo!

Per suscitare in voi un pochino dell’Horror come lo intendo io, ho lavorato molto cercando di fare del mio meglio; vi mostrerò il risultato volta per volta, come le puntate di una serie tv…

Se ho solleticato la vostra curiosità rimanete sintonizzati sulla pagina Facebook: Andrea Piparo art e qui, sul blog, per altri articoli a tema Horror.

Un saluto a tutti e alla prossima!

Andrea