LA  MAGIA DELLA LUCE E DEL COLORE NELL’ILLUSTRAZIONE PER RAGAZZI

LA MAGIA DELLA LUCE E DEL COLORE NELL’ILLUSTRAZIONE PER RAGAZZI

Qualche giorno fa, passeggiando per un mercatino di Natale, ho trovato un libro che mi ha riportato indietro nel tempo, a quando, da bambino, osservavo sognante le illustrazioni nei libri di favole, di mitologie e delle leggende. Non ho potuto fare a meno di acquistarlo, soprattutto perché ora,  con un occhio più allenato all’estetica dell’illustrazione, sono a maggior ragione affascinato dalla bellezza di quelle immagini.
Il volume in questione appartiene alla collana dei “Miti Oro”, volumi illustrati che mirano a far conoscere ai ragazzi classici come “La Divina Commedia” o le leggendarie gesta di eroi quali Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda, Ulisse ed Enea per la mitologia greca, oppure la storia nelle favole di personaggi come Robin Hood e molti altri. Tutti meravigliosamente illustrati da Piero Cattaneo, il quale ha creato, probabilmente con acquerello o tempera, composizioni di figure elaborate e vive, ed ambientazioni variopinte e luminose che mi hanno attratto come una falena su una lampada accesa.
L’uso del colore è così vario e delicato che ogni pagina risulta essere una piccola gioia per gli occhi. Accostamenti che spesso sono restìo ad osare, preferendo non inserire troppe tonalità diverse in una sola immagine. Cercherò di fare un passo avanti in tal senso e di applicare ciò che ho “rubato con gli occhi” a questo artista.
Denis Gordeev, illustratore di origini russe, condivide con Piero Cattaneo lo stesso uso del colore così intenso, vivace, e che non necessariamente rende conto alla realtà e alle regole della luce, a favore di una narrazione visiva più chiara ed immediata.
Lo conosco principalmente per i lavori in bianco e nero ed a colori, realizzati per le opere di Tolkien come Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit ed Il Silmarillion, ma anche le cover dell’edizione russa di “The Witcher” opera fantasy dell’autore polacco Andrzej Sapkowski.
Nelle sue opere create per i libri per ragazzi, si evince la stessa cura per la composizione e la gestualità dei personaggi, la medesima attenzione nell’uso dei colori.
Entrambi hanno uno stile classico e forse un po’ retrò, soprattutto nei costumi e per la fisionomia dei personaggi, ma presentano uno stile ed una funzionalità narrativa che forse si è un po’ persa.
Con l’avvento del digitale è diventato sempre più facile realizzare prospettive complesse ed effetti spettacolari che affascinano per l’estremo realismo. Tuttavia credo ci sia sempre da imparare da questi maestri e dal loro utilizzo delle tecniche tradizionali, illustrazioni che realizzano grazie unicamente alla propria esperienza e capacità, opere uniche e meravigliose, rese vive da ogni pennellata e perché no, anche da ogni errore e correzione.
Spero di aver suscitato in voi un po’ di curiosità per questi due artisti, presentati in questo articolo quali esempi di maestria dell’illustrazione classica per ragazzi, con l’augurio che il mio suggerimento accenda in voi, come è successo per me, la scintilla dell’ispirazione e della meraviglia!
Vi rimando ad un paio di siti internet dove potrete scoprire di più su di loro: http://www.pierocattaneo.org/cattaneo/illustrazioni/  e  http://book-graphics.blogspot.it/2014/01/tolkien-ill-denis-gordeev.html
Un saluto e a presto con il prossimo articolo!
 
Andrea
RIGENERARE L’ISPIRAZIONE

RIGENERARE L’ISPIRAZIONE

Dopo un lungo periodo di “stop”, da qualche settimana sono finalmente tornato ad armeggiare con colori, pennelli e matite. Alleluia! 
Accade, come è normale nella vita di qualsiasi persona che svolge un’ attività artistica, che ci si trovi a vivere momenti di abbondanza, in cui tutto sembra facile: si trabocca di idee e si marcia, come una locomotiva, a tutta velocità. Poi arrivano fatalmente i periodi di nulla totale… interi giorni in cui la matita pesa in mano, con accanto la strisciante paura di aver perso ogni possibilità di produrre qualcosa di decente. 
Quando si presentano questi periodi di magra, in cui magari incombono anche delle scadenze lavorative, la testa si rifiuta categoricamente di applicarsi, e l’unica cosa che può salvare dal panico è dirigere l’attenzione su altro, aspettando pazientemente che il desiderio di rimettersi all’opera si degni di tornare.
Ho capito a mie spese che non serve ostinarsi ( accidenti se ci ho provato! ), peggiora solo la frustrazione del non riuscire. Bisogna invece distrarsi, se è possibile parlare con qualcuno che condivida le stesse passioni e lo stesso lavoro, perché  avere un proficuo scambio di idee può aiutare a sbloccarsi e a ripartire più carichi di prima.
Recentemente, durante la partecipazione alla trascorsa Lucca Comics, stavo attraversando un periodo di quelli appena descritti ( che gran tempismo eh? ). Per fortuna ho avuta la gradita occasione di conoscere Giampaolo Bianchi e di scambiare quattro chiacchiere con lui. Giampaolo è un artista il cui studio si affaccia su una delle strade principali di Lucca, con una grande e luminosissima vetrata. Il suo stile, a metà tra il surreale e il fantastico, mi ha subito colpito: sono entrato incuriosito, attratto dalle donne misteriose e affascinanti che rappresenta, adorne di elmi dorati ed elaborati copricapi che un po’ ricordano le guerriere di Boris Vallejo e Julie Bell. 
Così, dopo aver ammirato attentamente i suoi dipinti, ho avuto modo di stringergli la mano e di fare la sua conoscenza.
Abbiamo parlato non solo di pittura, ma anche di “musica pittorica” e di come il pennello sia lo strumento che traduce in colori le “note” delle armonie che abbiamo in testa. Mi ha raccontato qualcosa sul suo personale modo di affrontare lo sconforto che ti assale quando sei “a secco” e cioè il ricorso alla scrittura. Abbiamo infine convenuto sul fatto di come la pausa mentale sia utile e fisiologica, e sulla necessità di attingere ad altre fonti per fare in modo che l’ispirazione torni prepotente. 
Confortato da questo purtroppo breve ma profondo incontro, una volta a casa, dopo l’evento, sono tornato entusiasticamente a dipingere.
Vi consiglio una visita al sito dell’artista Giampaolo Bianchi, che ringrazio ancora per la bella chiacchierata e che saluto caramente!
Un saluto affettuoso anche a voi!
 
Andrea
RACCONTARE PER IMMAGINI

RACCONTARE PER IMMAGINI

La grande sfida che ogni illustratore deve raccogliere è quella di raccontare, rappresentare per immagini il carattere, la personalità e/o il sentimento dei soggetti di un dipinto. 
L’espressione massima si ottiene quando solo guardando l’illustrazione tutto ci appare chiaro e l’obiettivo di comunicare è raggiunto.
Elementi anatomici come gli occhi, le mani, le espressioni del viso sono di solito i più “chiacchieroni” ma in generale qualsiasi parte del corpo se colta nel suo giusto momento può raccontarci molto. 
Uno dei maestri del passato che a mio avviso ha dettato legge su questo argomento è stato Norman Rockwell, un illustratore americano autore di innumerevoli immagini per il Saturday Evening Post, il quale conosceva molto bene l’importanza del linguaggio del corpo, comunicando  tramite le sue tantissime opere con un “alfabeto” comune e chiarissimo a tutti.
E’ stato un grande soprattutto per il suo impegno nel rappresentare sia il quotidiano e la tradizione della società americana sua contemporanea, sia i temi delle grandi guerre che segnarono il XX secolo.
Ricordo con grande emozione la mia visita all’esposizione di alcuni suoi oli che c’è stata a Roma qualche anno fa, da cui ho riportato un souvenir appunto intitolato “Rockwell”. Si tratta di un volume ricco di immagini che illustra la sua storia come artista e persona. Davvero una bella esperienza.
A condividere con Rockwell, nei primi del ‘900, questo gusto per l’enfasi della posa e dell’espressione talvolta quasi caricaturale, è stato J. C. Leyendecker, altro autore degno di nota, i cui bozzetti e studi ho sempre trovato molto interessanti e stimolanti per la mia ispirazione.
Dedico parecchio tempo allo studio di maestri come questi che ho citato, cercando di rielaborare con un occhio più moderno la lezione da loro impartita, applicando ciò che ho imparato al fantasy e ai temi che mi trovo a trattare.
Vi lascio citando una frase di Norman Rockwell che trovo sia vicina ai dubbi che assalgono molti illustratori, viaggiatori come me sull’impegnativa strada della crescita e del miglioramento espressivo nella narrazione figurativa. Il traguardo che ciascuno di noi si propone non è facile da raggiungere, ma i sacrifici e i fallimenti devono essere il trampolino per saltare più in alto.
 
…Ma il mio peggior nemico è l’idea sensazionale. Di quando in quando cerco di dipingere la GRANDE opera, qualcosa di serio e colossale che cambierà il mondo… E’ al di fuori della mia portata, superiore alle mie forze… Non che abbia mai smesso di provarci!”
Norman Rockwell
 
Andrea