RACCONTARE PER IMMAGINI

RACCONTARE PER IMMAGINI

La grande sfida che ogni illustratore deve raccogliere è quella di raccontare, rappresentare per immagini il carattere, la personalità e/o il sentimento dei soggetti di un dipinto. 
L’espressione massima si ottiene quando solo guardando l’illustrazione tutto ci appare chiaro e l’obiettivo di comunicare è raggiunto.
Elementi anatomici come gli occhi, le mani, le espressioni del viso sono di solito i più “chiacchieroni” ma in generale qualsiasi parte del corpo se colta nel suo giusto momento può raccontarci molto. 
Uno dei maestri del passato che a mio avviso ha dettato legge su questo argomento è stato Norman Rockwell, un illustratore americano autore di innumerevoli immagini per il Saturday Evening Post, il quale conosceva molto bene l’importanza del linguaggio del corpo, comunicando  tramite le sue tantissime opere con un “alfabeto” comune e chiarissimo a tutti.
E’ stato un grande soprattutto per il suo impegno nel rappresentare sia il quotidiano e la tradizione della società americana sua contemporanea, sia i temi delle grandi guerre che segnarono il XX secolo.
Ricordo con grande emozione la mia visita all’esposizione di alcuni suoi oli che c’è stata a Roma qualche anno fa, da cui ho riportato un souvenir appunto intitolato “Rockwell”. Si tratta di un volume ricco di immagini che illustra la sua storia come artista e persona. Davvero una bella esperienza.
A condividere con Rockwell, nei primi del ‘900, questo gusto per l’enfasi della posa e dell’espressione talvolta quasi caricaturale, è stato J. C. Leyendecker, altro autore degno di nota, i cui bozzetti e studi ho sempre trovato molto interessanti e stimolanti per la mia ispirazione.
Dedico parecchio tempo allo studio di maestri come questi che ho citato, cercando di rielaborare con un occhio più moderno la lezione da loro impartita, applicando ciò che ho imparato al fantasy e ai temi che mi trovo a trattare.
Vi lascio citando una frase di Norman Rockwell che trovo sia vicina ai dubbi che assalgono molti illustratori, viaggiatori come me sull’impegnativa strada della crescita e del miglioramento espressivo nella narrazione figurativa. Il traguardo che ciascuno di noi si propone non è facile da raggiungere, ma i sacrifici e i fallimenti devono essere il trampolino per saltare più in alto.
 
…Ma il mio peggior nemico è l’idea sensazionale. Di quando in quando cerco di dipingere la GRANDE opera, qualcosa di serio e colossale che cambierà il mondo… E’ al di fuori della mia portata, superiore alle mie forze… Non che abbia mai smesso di provarci!”
Norman Rockwell
 
Andrea