OSCURO RISVEGLIO

OSCURO RISVEGLIO

 
“Ti darò la scelta che a me non fu mai data”
Con la famosa frase di Lestat, uno dei protagonisti del libro “Intervista col vampiro”, apro questo nuovo articolo, raccontandovi passo per passo lo sviluppo di un dipinto a tema fantasy-horror: una vampira.
L’idea, sin dall’inizio, è stata quella di un personaggio che fluttuasse/volasse in un cimitero o in una cripta, realizzato con delle tonalità che fossero prevalentemente cupe e scure, come d’altronde ci si aspetta da un’illustrazione del genere.
Così, una volta messi a punto tutti i dettagli del lavoro e cercate le references, sono partito con dei bozzetti che potessero avvicinarsi al progetto di base. Il primo sketch, con una classica inquadratura frontale, raffigurava la vampira mentre fluttua fra i sarcofagi nell’oscurità di una cripta, appena sveglia, forse alla sua prima notte, con alle spalle le ossa dei defunti, illuminata dalla calda luce di alcune candele.
Nel secondo sketch invece, la donna irrompeva dalla cripta sotterranea, volando verso lo spettatore. La scena era più dinamica, con il piano inclinato per dare più movimento e dramma. Intorno aveva lapidi e tombe illuminate dalla fredda luce della luna.
Entrambe le idee mi piacevano sotto diversi aspetti, ma alla fine ho scelto la prima.
Ho optato per la realizzazione in acrilico. Questo tipo di tecnica però, una volta asciutta, rimane piuttosto opaca, ed i colori perdono leggermente di profondità. Ho voluto, in questa occasione, testare qualche medium che rendesse il risultato più vicino all’olio, mantenendo i colori vividi e brillanti, ed ho acquistato su Amazon un medium che potesse essere utile allo scopo: Glazing medium della Winsor e Newton
Di solito, quando lavoro con i colori acrilici, il supporto che uso è la carta da acquerello, che deve essere abbastanza spessa, proprio perché alcune parti le affronto in velature ed altre più matericamente. In questo caso però, la carta avrebbe sicuramente assorbito il medium vanificando l’effetto lucido, o prodotto un poco elegante risultato a chiazze. Ho optato così per un supporto simil tela più impermeabile: Acrylic pad (canvas textured) sempre della Winsor e Newton.
Quando si inizia un dipinto in tecnica tradizionale sarebbe sempre opportuno partire dallo sfondo, per poi passare poco a poco agli elementi che nell’ambiente vengono in primo piano. Questo per decidere subito le tonalità “timone” del dipinto, e stabilire le fonti di luci che influenzeranno tutte le parti.
Personalmente mi ci è voluto un bel po’ per fare mia questa metodica, perché tante volte è più interessante e stimolante vedere concluso un viso o un personaggio, prima di ciò che ha intorno. Così facendo però, diventa difficile gestire i colori dell’ambiente in cui si muove. 
Data la grande presenza di toni di colore simili tra di loro e di elementi materiali quali muratura, tombe e pavimentazione in pietra, alcune scelte “strategiche” sono state d’obbligo.
inizialmente ho concepito la vampira con dei capelli corvini, ma per farli risaltare meglio sulla parete scura ho preferito successivamente il rosso acceso. Le vesti nere e viola, oltre ad essere quasi un must per un vampiro, evidenziano la pelle marmorea della non-morta e staccano sufficientemente dal fondo, che va progressivamente schiarendosi alla luce delle candele. I gioielli dalle pietre verdi,  gli orecchini e la collana, aggiungono un tocco di colore e fanno da contrappunto vivace al fulvo dei capelli. 
Così, pennellata dopo pennellata, giorno dopo giorno, ho visto “venire alla luce” questa illustrazione: una vampira, che fresca del suo dono oscuro, si appresta ad affrontare i secoli, bella e terribile per sempre…
Spero che articolo e dipinto siano stati di vostro interesse e gradimento!
Come sempre vi saluto e rimando alla prossima settimana con nuovi progetti, idee, illustrazioni e molto altro!
 
Andrea

MITOLOGIKA: LE LEGGENDE DELL’OLIMPO

MITOLOGIKA: LE LEGGENDE DELL’OLIMPO

Lo scorso anno ho realizzato alcune illustrazioni e la copertina per il volume “Mitologika: Le leggende di Eriu, che si è occupato dei miti celtici, presentando, con i testi di Alessia Mainardi e le illustrazioni di cinque diversi artisti, le divinità, gli eroi, i mostri che caratterizzano la mitologia e l’epica dell’Irlanda. Sono tornato a lavorare con il collettivo Casa Ailus su questo meraviglioso progetto dedicato ai miti di vari popoli, per il nuovo volume Mitologika: Le leggende dell’Olimpo.
 
La sezione dedicatami anche in questa occasione è stata quella degli “Eroi”, ed è quindi con grande gioia che ho avuto modo di rappresentare i personaggi che da sempre sono nel mio cuore: Achille, Eracle, Teseo, Perseo, Bellerofonte, Giasone ed Ulisse, ciascuno intento nelle prove e nelle avventure che più li hanno resi famosi in tutto il mondo.
Così, come sempre prima di iniziare un nuovo lavoro, ho fatto i consueti approfondimenti sul tema, pur conoscendolo già piuttosto bene. Dopo qualche bozzetto per individuare l’idea migliore, ho cercato le giuste references, realizzato dei disegni sufficientemente dettagliati ed affrontato la colorazione in digitale. Talvolta non è stato semplicissimo raccontare per immagini, e in uno spazio ridotto, la grande quantità di riferimenti che bisogna prendere in considerazione per rendere riconoscibili i personaggi. Ho quindi cercato, in ogni illustrazione, di focalizzare l’attenzione sull’eroe ritratto, senza dare troppo spazio agli elementi che gli gravitano attorno. Solo ad alcuni particolari più “iconici” come Medusa, il vello d’oro e la Cerva di Cerinea ho dato maggiore risalto, in quanto elementi importanti della narrazione illustrativa per gli eroi rappresentati.
Non solo gli “Eroi” compongono questa raccolta mitologica: all’interno troverete anche i terribili mostri, le capricciose divinità e le indomite donne che hanno forgiato e reso immortale l’epica greca.
La ristampa di “Mitologika: Le Leggende di Eriu” e il nuovo “Mitologika: Le Leggende dell’Olimpo” vi aspettano a Marzo al Cartoomics di Milano, presso lo spazio di Casa Ailus!
Se siete appassionati come me o semplicemente volete saperne di più, quello che vi attende è un gran bel volume, interessante e adatto a tutte le età.
A breve vi aggiornerò con maggiori info riguardo la mia partecipazione all’evento e su dove potrete trovare lo stand del drago Ailus, presso il quale sarò ospite insieme agli altri illustratori.
Rimanete sintonizzati su questo canale!
Andrea
L’IMPORTANZA DELLE REFERENCES

L’IMPORTANZA DELLE REFERENCES

Molti artisti, se non quasi tutti, quando si propongono di iniziare un’illustrazione devono fare i conti con la ricerca e, se ne hanno la possibilità, anche con la costruzione di materiale di riferimento.
Questo vuol dire reperire una certa quantità di foto, di “appigli” che serviranno da guida una volta che bisognerà affrontare la resa di determinati materiali, di pose, luci ed effetti.
Spesso, per raggiungere un buon risultato, è sufficiente cercare in rete, adeguandosi a quello che molti siti di photo stock propongono come delle anatomy reference for artist. Certamente parecchi di questi offrono ottime foto, ma se si ha un’idea precisa e si è determinati a seguirla, creare le proprie references è indispensabile.
A maggior ragione se siete come me, se il vostro stile tende al realismo e vi piace complicarvi la vita.
In questo caso può essere utile chiedere l’aiuto di amici e parenti, i quali possono prestarsi per qualche foto in posa, magari con un abbigliamento adeguato e tanta pazienza, con la luce ben posizionata e lasciando a briglia sciolta la vostra immaginazione.
I fratelli Hildebrandt, storici illustratori dei romanzi tolkieniani, solevano scattarsi foto fra loro e/o agli amici per rappresentare gli eroi della Terra di Mezzo. Questo prima di iniziare a quattro mani il dipinto vero e proprio, in totale simbiosi fra loro!
Alcuni illustratori, per soddisfare le proprie esigenze, creano veri e propri set cinematografici, mettendo i modelli in costume, usando oggetti di scena, indirizzando le luci e soprattutto attivando l’immaginazione per ovviare a tutte quelle situazioni in cui la sola foto non è più sufficiente o non si hanno a portata di mano gli esatti materiali di cui si ha bisogno.
James Gurney ne è un esempio. Infatti il famoso illustratore americano, non avendo certo a disposizione immagini di dinosauri in carne ed ossa da utilizzare, crea spesso con la plastilina i suoi modelli, mettendoli poi nell’ambiente in cui intende ritrarli o avvalendosi appunto di elementi fotografici per la location di scena. 
Con questo metodo di autoproduzione delle proprie references, riesce a creare spezzoni di vita preistorica sorprendentemente realistici!

 

Il ricorso a dei modelli esiste da sempre nella storia dell’arte, e, come ogni aspetto del procedimento creativo, anche questo è in continua evoluzione nel tempo. Con l’ aiuto della tecnologia oggi non c’è limite a cosa è possibile inventare, finché si ha la facoltà di immaginarla!
L’accessibilità ad internet e a programmi come Photoshop hanno facilitato non poco le cose a tutti gli artisti, ampliando a dismisura le possibilità a disposizione, dando la libertà di fare e disfare senza rischiare di compromettere il lavoro già fatto, osando e sperimentando senza problemi.
In conclusione, se la vostra destinazione è il realismo, le references sono indispensabili per essere sicuri di avvicinarsi alla realtà, ma queste (a meno che non lo vogliate…) non devono essere il fine, ma il mezzo per dare vita ai vostri mondi fantastici.
Vi saluto e rinnovo l’ appuntamento alla prossima settimana sempre qui sul mio blog!
A presto,
 
Andrea

RUBARE CON GLI OCCHI

RUBARE CON GLI OCCHI

Parte fondamentale del perenne percorso formativo di un illustratore, disegnatore, fumettista insomma di chiunque abbia passione per fare arte, è quella di diventare in qualche modo insegnante di se stesso.
Purtroppo molte volte i corsi e le scuole non sono all’altezza delle nostre aspettative e molti “segreti” vengono tenuti nascosti agli artisti emergenti. Si dice che necessità faccia virtù : così, con la pratica, l’osservazione ed ascoltando i Maestri che ammiriamo, poco a poco prende forma quello che sarà un giorno “il nostro stile”.
Indubbiamente l’accesso al web  ci facilita tutti per moltissimi aspetti. È molto semplice venire a contatto con le opere di grandi artisti, riuscendo talvolta a visionare qualche “step by step” che può dare indicazioni su come quello stupendo disegno o dipinto sia stato realizzato. Tutorial, immagini e siti d’arte sono ormai alla portata di tutti e in grandi quantità.
Tuttavia, quando se ne ha l’occasione, l’ ideale per imparare o per la ricerca dell’ispirazione, è l’approccio diretto; visitare musei o osservare qualche artista all’opera è senz’altro meglio che stare di fronte ad uno schermo.
Mian Situ
Ricordo con piacere a tal proposito il workshop frequentato a Milano, con John Howe (grande disegnatore e concept artist insieme ad Alan Lee delle trilogie cinematografiche del Signore degli Anelli e de Lo Hobbit), seminario durante il quale ho fatto tesoro dei suoi suggerimenti. Purtroppo non sono eventi frequentissimi e noi affamati di conoscenza rimaniamo sempre con mille domande…
Comunque una delle cose che ho capito è che solo operando come una spugna sull’acqua e divorando con gli occhi quanti più “trucchetti” si riescono a captare si riesce poco a poco ad ampliare il proprio background di conoscenze tecnico-artistiche.
Più si riuscirà a “rubare con gli occhi” più si immagazzineranno informazioni che ci verranno in aiuto nel momento del bisogno.
Certo, seguire come un’opera viene realizzata dal foglio bianco fino alla conclusione è il top dell’insegnamento visivo, ma anche osservare attentamente un lavoro già concluso può dare i suoi importanti suggerimenti: parlo di particolari ovviamente, non sappiamo quanto e come l’artista ci abbia messo mano per arrivare a quel risultato, ma trovo che siano sempre molto utili.
Consiglio a tal fine la ricerca in rete di dettagli e di ingrandimenti di alcune famose opere, così sarà possibile studiarli meglio, scoprendo il “dipinto dietro il dipinto” dei grandi Maestri dai quali vogliamo imparare.
Particolari - Edmund Blair Leighton
Particolari – Edmund Blair Leighton
Nel caso poi del digitale, un file di un’immagine di grandi dimensioni può rivelarci, ad esempio, con quale pennello è stato fatto quell’effetto, oppure qualche colore che nei file a bassa risoluzione non è possibile vedere, e molto altro. Per le tecniche tradizionali è importante la direzione delle pennellate, una correzione, una sfumatura, qualsiasi cosa riusciamo a captare.
Tutto può aiutarci nel nostro percorso verso il miglioramento.
Cos’è in fondo l’esecuzione di un’opera se non la somma delle nostre conoscenze?
Concludo così anche questo articolo, esortando voi che avete avuto la gentilezza di leggerlo, a far diventare il vostro l’occhio più veloce del west!
Non fatevi sfuggire nulla, il tutto andrà sicuramente a vostro vantaggio!
A presto con il prossimo articolo!
 
Andrea

 

LA  MAGIA DELLA LUCE E DEL COLORE NELL’ILLUSTRAZIONE PER RAGAZZI

LA MAGIA DELLA LUCE E DEL COLORE NELL’ILLUSTRAZIONE PER RAGAZZI

Qualche giorno fa, passeggiando per un mercatino di Natale, ho trovato un libro che mi ha riportato indietro nel tempo, a quando, da bambino, osservavo sognante le illustrazioni nei libri di favole, di mitologie e delle leggende. Non ho potuto fare a meno di acquistarlo, soprattutto perché ora,  con un occhio più allenato all’estetica dell’illustrazione, sono a maggior ragione affascinato dalla bellezza di quelle immagini.
Il volume in questione appartiene alla collana dei “Miti Oro”, volumi illustrati che mirano a far conoscere ai ragazzi classici come “La Divina Commedia” o le leggendarie gesta di eroi quali Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda, Ulisse ed Enea per la mitologia greca, oppure la storia nelle favole di personaggi come Robin Hood e molti altri. Tutti meravigliosamente illustrati da Piero Cattaneo, il quale ha creato, probabilmente con acquerello o tempera, composizioni di figure elaborate e vive, ed ambientazioni variopinte e luminose che mi hanno attratto come una falena su una lampada accesa.
L’uso del colore è così vario e delicato che ogni pagina risulta essere una piccola gioia per gli occhi. Accostamenti che spesso sono restìo ad osare, preferendo non inserire troppe tonalità diverse in una sola immagine. Cercherò di fare un passo avanti in tal senso e di applicare ciò che ho “rubato con gli occhi” a questo artista.
Denis Gordeev, illustratore di origini russe, condivide con Piero Cattaneo lo stesso uso del colore così intenso, vivace, e che non necessariamente rende conto alla realtà e alle regole della luce, a favore di una narrazione visiva più chiara ed immediata.
Lo conosco principalmente per i lavori in bianco e nero ed a colori, realizzati per le opere di Tolkien come Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit ed Il Silmarillion, ma anche le cover dell’edizione russa di “The Witcher” opera fantasy dell’autore polacco Andrzej Sapkowski.
Nelle sue opere create per i libri per ragazzi, si evince la stessa cura per la composizione e la gestualità dei personaggi, la medesima attenzione nell’uso dei colori.
Entrambi hanno uno stile classico e forse un po’ retrò, soprattutto nei costumi e per la fisionomia dei personaggi, ma presentano uno stile ed una funzionalità narrativa che forse si è un po’ persa.
Con l’avvento del digitale è diventato sempre più facile realizzare prospettive complesse ed effetti spettacolari che affascinano per l’estremo realismo. Tuttavia credo ci sia sempre da imparare da questi maestri e dal loro utilizzo delle tecniche tradizionali, illustrazioni che realizzano grazie unicamente alla propria esperienza e capacità, opere uniche e meravigliose, rese vive da ogni pennellata e perché no, anche da ogni errore e correzione.
Spero di aver suscitato in voi un po’ di curiosità per questi due artisti, presentati in questo articolo quali esempi di maestria dell’illustrazione classica per ragazzi, con l’augurio che il mio suggerimento accenda in voi, come è successo per me, la scintilla dell’ispirazione e della meraviglia!
Vi rimando ad un paio di siti internet dove potrete scoprire di più su di loro: http://www.pierocattaneo.org/cattaneo/illustrazioni/  e  http://book-graphics.blogspot.it/2014/01/tolkien-ill-denis-gordeev.html
Un saluto e a presto con il prossimo articolo!
 
Andrea
RACCONTARE PER IMMAGINI

RACCONTARE PER IMMAGINI

La grande sfida che ogni illustratore deve raccogliere è quella di raccontare, rappresentare per immagini il carattere, la personalità e/o il sentimento dei soggetti di un dipinto. 
L’espressione massima si ottiene quando solo guardando l’illustrazione tutto ci appare chiaro e l’obiettivo di comunicare è raggiunto.
Elementi anatomici come gli occhi, le mani, le espressioni del viso sono di solito i più “chiacchieroni” ma in generale qualsiasi parte del corpo se colta nel suo giusto momento può raccontarci molto. 
Uno dei maestri del passato che a mio avviso ha dettato legge su questo argomento è stato Norman Rockwell, un illustratore americano autore di innumerevoli immagini per il Saturday Evening Post, il quale conosceva molto bene l’importanza del linguaggio del corpo, comunicando  tramite le sue tantissime opere con un “alfabeto” comune e chiarissimo a tutti.
E’ stato un grande soprattutto per il suo impegno nel rappresentare sia il quotidiano e la tradizione della società americana sua contemporanea, sia i temi delle grandi guerre che segnarono il XX secolo.
Ricordo con grande emozione la mia visita all’esposizione di alcuni suoi oli che c’è stata a Roma qualche anno fa, da cui ho riportato un souvenir appunto intitolato “Rockwell”. Si tratta di un volume ricco di immagini che illustra la sua storia come artista e persona. Davvero una bella esperienza.
A condividere con Rockwell, nei primi del ‘900, questo gusto per l’enfasi della posa e dell’espressione talvolta quasi caricaturale, è stato J. C. Leyendecker, altro autore degno di nota, i cui bozzetti e studi ho sempre trovato molto interessanti e stimolanti per la mia ispirazione.
Dedico parecchio tempo allo studio di maestri come questi che ho citato, cercando di rielaborare con un occhio più moderno la lezione da loro impartita, applicando ciò che ho imparato al fantasy e ai temi che mi trovo a trattare.
Vi lascio citando una frase di Norman Rockwell che trovo sia vicina ai dubbi che assalgono molti illustratori, viaggiatori come me sull’impegnativa strada della crescita e del miglioramento espressivo nella narrazione figurativa. Il traguardo che ciascuno di noi si propone non è facile da raggiungere, ma i sacrifici e i fallimenti devono essere il trampolino per saltare più in alto.
 
…Ma il mio peggior nemico è l’idea sensazionale. Di quando in quando cerco di dipingere la GRANDE opera, qualcosa di serio e colossale che cambierà il mondo… E’ al di fuori della mia portata, superiore alle mie forze… Non che abbia mai smesso di provarci!”
Norman Rockwell
 
Andrea