Con le ossa distrutte e colli strizzati, voi pesti e sbattuti sarete impiccati. E voi morirete nell’oscurità, mai lascerete la nostra città.

Dopo aver scritto a proposito degli elfi, elogiandoli in lungo e in largo, ora mi piacerebbe esaminare quella che forse si potrebbe identificare come una delle loro antitesi: i Goblin.

Queste bruttine, goffe e verdognole creature sono rinomate per interpretare spesso il ruolo di ladruncoli, truffatori e borsaioli, affamati di tesori oltre ogni limite, e, come se non bastasse, di non brillare per intelligenza.
Tutte queste loro caratteristiche sono ben note a praticamente tutto il mondo nerd, ma pochi sanno che la loro nomea di “furfanti” nasce proprio dall’origine etimologica del loro nome: Infatti il termine inglese “Goblin” si è evoluto dal greco “Kobolos” (qui ci ricorda coboldi…) che significa esattamente “Furfante”.
Quindi potremmo dire “un nome un destino”.

I goblin…

Sono ampiamente descritti ne “Lo Hobbit” quando Thorìn e la compagnia di nani incontrano e sconfiggono il Re goblin in persona.
Sono orribilmente deformi, ma invece dell’aspetto forzuto dell’orco, il goblin non è muscoloso, a volte rachitico e presenta un naso prominente e orecchie a punta come quelle elfiche, sebbene più grosse e flosce.
Nell’universo tolkeniano però, il goblin la maggior parte delle volte viene scambiato con l’orco, tanto da far diventare i due termini quasi sinonimi.
Invece ne “Il signore degli anelli” gli orchi sono descritti come creature antropomorfe, a volte più basse degli uomini, forzute e deformi e capaci solo di distruggere. Sono composti da orchi gli eserciti di Saruman e Sauron. Nonostante il Professore si sia ispirato agli orchi della mitologia norrena, alcune traduzioni italiane, per evitare confusione, rendono il termine orco con “orchetto”, che sono quelli che troviamo a Moria ne “La compagnia dell’Anello”.

La genesi e la tecnica

Fatta questa premessa, prima di iniziare a disegnare, mi faccio spesso una domanda: come posso rendere un goblin in modo che sembri esattamente un goblin?
Da qui parte lo studio del lavoro altrui.
Fare dell’osservazione il proprio punto di forza, cercando di capire il perché di certe scelte e di “rubare” con gli occhi quanto più possibile.
Farsi milioni di domande per me è fondamentale quando si vuole iniziare un lavoro.

I miei goblin…

Ad esempio nascono dallo studio della tecnica di Paul Bonner e di Alvaro Tapia, ma anche Jesper Ejsing ed Even Mehl Amundsen. Osservando da loro (ma non solo loro) ho imparato a costruire la mia versione di queste creature.
Successivamente mi sono chiesto quali fossero le caratteristiche chiave che accomunano tutte le versioni di questa razza.
Gli elementi che si ripetono e che rimandano tutti all’idea del “goblin” così come lo conosciamo: ad esempio una fronte sfuggente e degli occhi piccoli e incavati ci suggeriscono una certa “primitività”.
Anche il vestiario: pellicce, stracci logori, denti ed ossa di animali. Grandi orecchie di solito esprimono una certa anzianità e saggezza nel soggetto, questo perché sono una caratteristica delle persone di una certa età (tipo Yoda).
Ma visto che parliamo di goblin, queste caratteristiche potrebbero ricollegarsi a delle fattezze animalesche, accentuate talvolta da zanne o comunque denti storti e/o acuminati.
La “pancetta” è un’altro elemento importante, soprattutto abbinata a gambe e braccia rachitiche.
E’ assai difficile vedere un goblin atletico e forzuto, a meno che non sia un capo tra i suoi simili.
Il nasone invece l’ho sempre trovato un elemento simpatico da aggiungere, poiché dà al soggetto un’aspetto più buffo e simpatico e meno “crudele”.

L’espressività del goblin

Dopo aver valutato questo, mi aspetto che un goblin mi diverta!
Devo divertirmi quando li disegno o per me non saranno dei goblin degni del loro ruolo.
Per me devono essere l’amico scemo che fa la smorfia in foto quando tutti sorridono.
Quindi è il divertimento che mi muove, ma anche la libertà di poterli rappresentare come voglio, uscendo dagli schemi se lo desidero, senza essere vincolato da tutte le regole che “madame anatomia” imporrebbe con qualsiasi altro soggetto dalle proporzioni più umane.
Nessuno ha mai visto un goblin, nessuno sa esattamente che aspetto abbiano, come si comportino e come vivano.
Possono essere esattamente come vogliamo! Ed è per questo che ogni tanto ricorrono…
artwork goblin
 Mi sono affidato alla visione fantasy odierna per illustrare queste leggendarie creature fetide. Come i folletti, i poltergeist e altri spiritelli, anche i goblin sono presenti nel folklore di molte popolazioni nordiche.

La loro forza risiede nel numero, poiché essendo poco robusti e alquanto bassi non dispongono di grande potenza se presi singolarmente.

Vi piacciono questi sketch?

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Ci vediamo con il prossimo articolo

Andrea