CONFRONTARSI CON L’IGNOTO

CONFRONTARSI CON L’IGNOTO

Immaginazione,ignoto e paura!

“C’è una quinta dimensione oltre a quelle che l’uomo già conosce. È senza limiti come l’infinito. È senza tempo come l’eternità. È la regione intermedia tra la luce e l’oscurità, tra la scienza e la superstizione, tra l’oscuro baratro dell’ignoto e le vette luminose del sapere. È la regione dell’immaginazione, una regione che si trova ai confini della realtà.”

E’ proprio per parlare di “ignoto”, e anche di “Immaginazione”, che apro l’articolo di questa settimana con l’iconica frase dell’intro di “Ai confini della realtà” , celeberrima serie tv sul paranormale degli anni sessanta.
Chissà a quanti di voi sarà capitato di perdersi nel labirinto della fantasia, magari seduti in treno ascoltando la musica, o sdraiati sul letto, quella sera in qui proprio non riuscite a prendere sonno.

Ovviamente io sono un estimatore di queste situazioni e molto spesso vado a passeggiare senza una meta specifica al solo scopo di perdermi nei miei pensieri.
Proprio durante una di queste uscite, alzando gli occhi al cielo verso il crepuscolo, ho ammirato quell’azzurro così intenso e ho riflettuto su quanto effettivamente non siamo altro che un granello di sabbia nell’universo e su come ci sentiamo di fronte all’immenso, oscuro, vuoto spaziale, che guardiamo con timore e reverenza. Siamo tutti viaggiatori solitari,affascinati dalla creazione, attratti e spaventati dall’ignoto.

Da qui la domanda: e’ possibile disegnare o dipingere l’ignoto?
La mia risposta? Ni…

Perché rimanga tale e per fare in modo che mantenga la sua natura, non è possibile dare forma all’ignoto, ma lasciare all’osservatore la curiosità di cosa potrebbe esserci nell’indescrivibile…
Quindi ecco la sfida: rappresentare il nulla. Questo mi fa pensare ad una illustrazione di Dragan Bilbin: “Vampires and witches” vista per la prima volta in una delle edizioni di Spectrum: The best in contemporary fantastic arts: il cane raffigurato è all’erta , ha visto o sentito qualcosa nell’oscurità, oltre la porta semi aperta, ma né lui né noi sappiamo chi o cosa ha attratto la sua attenzione… Non pensate anche voi che sia inquietante?

Certamente se vogliamo dare un indizio, possiamo far intravedere di cosa si tratta (lasciando comunque all’immaginazione quanto sorprendente potrebbe esserci nel nulla); bisogna comunque stare attenti a mantenere l’equilibrio. Troppa indulgenza nella rappresentazione e non riusciremo a “raccontare” la paura dell’ignoto.
Personalmente sono affascinato da queste tematiche, che mettono lo spettatore nella condizione di passare attraverso vari stati d’animo, dalla curiosità all’ansia, con tutte le sfumature intermedie.

Però la teoria è una cosa e la pratica è un’altra: così continuo a studiare e ad osservare i lavori dei maestri dell’Horror, producendo quantità industriali di schizzi e bozzetti sul tema, nel tentativo di tradurre in immagini quanto scritto sopra. Ecco quindi una mummia che fa capolino dal buio di un sarcofago, una lama di luce che definisce un’orbita vuota…

A mio giudizio non sono ancora pienamente riuscito nell’intento. Cerco di utilizzare con parsimonia il “potere” del colore, poiché sono convinto che grandi masse di nero non siano la regola per raccontare un Horror convincente, ma l’uso consapevole delle ombre invece lo sia. Quindi non demordo e, sperimenta oggi sperimenta domani, spero di poter sottoporre presto al vostro giudizio l’esito delle mie “fatiche”.
Con quest’ultima raccapricciante minaccia mi commiato, rinnovando l’appuntamento alla prossima settimana. Augurandomi che anche questo articolo sia stato di vostro gradimento vi saluto e… attenti al buio!

Andrea Piparo